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Scopri l'origine delle Aquae Patavinae e la storia del paesaggio termale euganeo...

 

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I siti archeologici

Area archeologica del Colle di San Pietro Montagnon
Montegrotto Terme, I secolo a.C. – II secolo d.C. circa; dal XIII secolo d.C. a oggi
Nell’area del Colle di San Pietro Montagnon sono emersi nel tempo tre grandi edifici costruiti probabilmente tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C.: il più grande fu scoperto sotto l’attuale Duomo dedicato ai SS. Pietro e Paolo, un altro sotto l’Oratorio della Madonna Nera e, a metà strada tra i due, nel XIX secolo emerse il cosiddetto “bagno di Montagnone”, una grande vasca termale circolare. Tutti gli edifici erano legati allo sfruttamento delle acque termali e infatti tutt’intorno al Colle sono stati individuati a più riprese diversi tratti di tubature e acquedotti di età romana.
L’Oratorio della Madonna Nera venne costruito nel 1724 e fu chiesa parrocchiale, dedicata a S. Pietro, fino alla costruzione del nuovo Duomo alla metà del XX secolo. L’Oratorio sfrutta un campanile di XIII secolo d.C.

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Area archeologica del Monte Castello o Colle di Berta
Montegrotto Terme, dal XVII – XII secolo a.C. al XIX secolo d.C.
Alle falde meridionali del Monte Castello si trovano i resti di un ampio villaggio, frequentato tra il XVII e il XII secolo a.C. (età del Bronzo Medio e Recente).
La cima del colle è invece dominata dalla cosiddetta “Torre di Berta”, da cui deriva la denominazione popolare dell’altura come Colle di Berta. La torre è stata costruita sul "Castello di Montagnon", documentato già nel 1100 e a sua volta costruito su un preesistente edificio di età romana.

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Area archeologica di via Neroniana e villa di età romana
Montegrotto Terme, III millennio a.C. – XIV secolo d.C. e I – II secolo d.C.
In un’area demaniale sono visibili i resti di una lussuosa villa costruita agli inizi del I secolo d.C., utilizzata e rimaneggiata almeno fino al III – IV secolo d.C. Il principale settore residenziale della villa è protetto con coperture permanenti evocative dei volumi originari.
L’area ha restituito anche tracce di frequentazione pre-protostorica (III – I millennio a .C.) non più visibili sul terreno, e di insediamenti di epoca medievale (V – XIV secolo d.C.) ancora in parte conservati. Approfonditi studi di geomorfologia e paleobotanica hanno permesso una ricostruzione del paesaggio antico dell’area prima della frequentazione umana.

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Area archeologica di viale Stazione / via degli Scavi
Montegrotto Terme, I secolo a.C. – III secolo d.C.
In un’area demaniale sono visibili i resti di un esteso complesso termale, costruito a partire dalla seconda metà del I secolo a.C. e ampliato e utilizzato fino al III secolo d.C. Se ne conservano tre grandi vasche con relativo sistema di adduzione e deflusso idrico, un piccolo teatro, un edificio con vasca circolare al centro e absidi laterali, e altre strutture complementari.

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Area archeologica in località “Lastra”
Montegrotto Terme, VII – VI secolo a.C., I secolo a.C. – I secolo d.C.
Nell’area oggi occupata dagli Hotel Vulcania e Bagno romano, a sud-ovest del Colle di San Pietro Montagnon o Montagnone, nel XVIII secolo si rinvenivano continuamente antiche lastre di marmo: da ciò derivò il nome di “Lastra” alla zona. Nel XIX secolo emersero due vasche termali con relative canalizzazioni e alcuni ambienti pavimentati a mosaico di età romana (I secolo a.C. – I secolo d.C. circa), e qualche oggetto votivo databile al VII – VI secolo a.C., simile a quelli rinvenuti in grandi quantità presso il santuario tra il Monte Castello e il Colle San Pietro Montagnon.

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Area archeologica presso il Colle Bortolone
Montegrotto Terme, I secolo a.C. – II secolo d.C.
Nell’area oggi occupata dall’Hotel Augustus, alla fine del XVIII secolo venne scoperto un vasto e imponente edificio di età romana (I secolo a.C. – II secolo d.C.?), dall’interpretazione molto discussa e sostanzialmente incerta. Dall’area provengono anche alcuni oggetti di età pre-protostorica (VI – I millennio a.C.).

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Complesso termale sotto l’Hotel Terme Neroniane
Montegrotto Terme, fine I secolo a.C. – II secolo d.C.
Al di sotto del ristorante dell’Hotel Terme Neroniane sono visibili i resti di un complesso termale di età romana (fine del I secolo a.C. – II secolo d.C. circa), costituiti da un’ampia sala absidata, da parte del sistema di circolazione idrica, forse da un porticato e altri ambienti complementari.

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Deposito di età romana e complesso architettonico moderno sul Colle Montirone
Abano Terme, 50 a.C. – inizio del I secolo d.C. e XIX – XX secolo
Poco distante dal Colle Montirone fu scoperto un deposito composto di centinaia di vasi di ceramica (bicchieri a pareti sottili, “rhytà” modellati a testa di animale e altro) tutti databili tra la seconda metà de I secolo a.C. e il I secolo d.C. Si tratta probabilmente del magazzino di un “emporium” connesso alle vicine fonti termali.

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Deposito votivo in località Feriole
Abano Terme, V – III secolo a.C. (età del Ferro)
In località Feriole presso Abano Terme, in date non sempre note ma comprese tra il XIX e l’inizio del XX secolo, si rinvenne un gruppo di oggetti inquadrabili tra il V e il III secolo a.C. (tarda età del Ferro); tra di essi una statuina di bronzo che rappresenta una “madre con bambino” e una fibula, anch’essa di bronzo.
Le caratteristiche degli oggetti rinvenuti – in particolare la statuina – fanno pensare alla presenza di un piccolo centro di culto, nel cui ambito gli oggetti stessi svolsero un ruolo all’interno delle cerimonie religiose e nelle offerte sacre.

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Deposito votivo presso il Kursaal
Abano Terme, III – I secolo a.C. (età del Ferro)
Durante i lavori edili per la costruzione del “Kursaal” emersero diversi frammenti di vasi in ceramica.
Tutti i frammenti rinvenuti appartengono a tazze del tutto analoghe, per forma, a quelle tipiche del santuario tra Monte Castello e il Colle di San Pietro Montagnon. Tuttavia, al contrario delle tazze miniaturistiche di Montegrotto, quelle di Abano si caratterizzano per un insolito gigantismo che le rende comunque inadatte ai normali usi domestici, arrivando a toccare i 55 cm di diametro.
Pur in assenza di informazioni sul contesto, evidente è il carattere cultuale del deposito.

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Il castello di Rocca Pendice
Teolo, XI – XV secolo d.C.
Il castello medievale, costruito probabilmente nel XI secolo e oggi in rovina, si erge sulla sommità del colle di Rocca Pendice, nel territorio comunale di Teolo.
Delle strutture del castello restano oggi i ruderi inghiottiti dalla vegetazione; tra essi è possibile riconoscere i resti di una torre, di alcuni edifici e delle cortine. L’edificio è attestato sin dal XI secolo, quando rappresentava la roccaforte di difesa del territorio di proprietà dell’episcopato di Padova rispetto a quello dei conti di Castelnovo, oggi Castelnuovo. Data la posizione sulla sommità di un rilievo roccioso inaccessibile, attorno al castello non si formò mai un vero e proprio centro abitato, ma – come si evince da alcuni documenti del XII secolo – esso esercitava la propria giurisdizione sugli abitanti dei villaggi di Luvigliano e di Teolo: questi prestavano qui i dovuti servizi di guardia e in cambio avevano il diritto di rifugiarsi nel castello ogniqualvolta la situazione lo richiedesse.

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Monastero di San Daniele
Abano Terme, XI secolo d.C. – oggi
Il monastero di San Daniele, fondato alla fine del XI secolo, sorge sulla sommità del Colle omonimo. Del complesso medievale non v’è più traccia: l’edificio attuale, che dal 1947 ospita le monache benedettine del Monastero di San Rocco in Fiume, è il frutto del rimaneggiamento ottocentesco del complesso di XV secolo organizzato attorno a un chiostro

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Necropoli in località La Palazzina
Arquà Petrarca, II – fine del I secolo a.C.
Sulle pendici del Monte Ricco si rinvenne un’estesa necropoli databile tra II e I secolo a.C., nel periodo in cui nella cultura dei Veneti antichi si innestavano influssi celtici e romani.
La necropoli ha fornito elementi di rilievo per la ricostruzione dei processi storici che interessarono il Veneto centrale alle soglie dell’età romana. Dalle tombe più antiche si evince come gruppi di Celti si siano insediati nel territorio di Este proprio mentre Roma poneva le basi del suo dominio. In pochi decenni vi si integrarono fino ad acquisire gli usi e costumi dei Veneti: le sepolture più recenti mostrano infine il compiersi della totale adesione della comunità alle forme di convivenza sociale imposte dal compiuto avvento della “pax romana” e delle sue leggi.

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Oggetti e possibile insediamento da località Fonteghe
Arquà Petrarca, VI – III secolo a.C. (età del Ferro)
Nel secondo dopoguerra, durante lo scavo di una torbiera in località Fonteghe presso Arquà Petrarca, emersero alcuni oggetti riferibili forse a un insediamento nell’area databile tra fine VI e III secolo a.C. (età del Ferro).

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Punta di lancia in bronzo
Abano Terme, X – IX secolo a.C.
Dal centro storico di Abano proviene una punta di lancia in bronzo databile ad un periodo compreso tra X e IX secolo a. C. Gli archivi del Museo Civico di Padova riportano, come luogo del rinvenimento, “Abano, presso la chiesa”: probabile riferimento alla chiesa principale del paese, il Duomo di San Lorenzo. La data del recupero non è nota, ma certo precedente il 1911. Non si ha notizia di alcun altro oggetto rinvenuto in questa località.

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Reperti senza esatta indicazione di provenienza
Montegrotto Terme, età pre-protostorica
Nel corso del tempo numerosi oggetti di età pre-protostorica sono emersi fortuitamente nel territorio comunale di Montegrotto Terme: trattandosi di materiale sporadico, non è possibile disegnare chiaramente il quadro delle caratteristiche dell’insediamento nel territorio all’epoca; tuttavia la sola presenza di reperti attribuibili ad un ampio arco di tempo testimonia l’intensità e la continuità del popolamento antico.

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Reperti senza esatta indicazione di provenienza
Abano Terme, IV – III millennio a.C. (tardo Neolitico e inizio dell’età del Bronzo) e X – VIII secolo a.C. (età del Ferro)
Nel territorio di Abano Terme sono stati rinvenuti nel corso del tempo diversi oggetti databili tra IV e III millennio a.C. (tardo Neolitico – inizio dell’età del Bronzo) e tra X e VIII secolo a.C. (età del Ferro). Pur non conoscendone il contesto specifico di provenienza, essi costituiscono testimonianza della frequentazione di questo territorio in epoche così remote.

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Reperti senza esatta indicazione di provenienza
Galzignano Terme, V millennio a.C. (Neolitico Medio)
Da un punto non ben precisato del comune di Galzignano provengono un’ascia ed un’ascia-scalpello in pietra verde, databili al Neolitico Medio (V millennio a. C.). Si ignora il contesto di provenienza. Asce ed asce-scalpello si trovano spesso associate nelle sepolture dell’epoca, a riprova che venivano utilizzate per svolgere due distinte funzioni. Le due asce sono ricavate da grossi ciottoli naturali, selezionati sulla base della forma e della durezza e quindi sbozzati e levigati per ottenere l’oggetto finito. Nel corso del Neolitico e della successiva età del Rame, le asce di più elevata qualità erano ricavate proprio da ciottoli di pietra verde, in questo caso giadeitite cloromelanitica, che venivano importati anche da luoghi molto lontani: nell’Italia peninsulare questa materia prima è infatti presente quasi esclusivamente nelle aree montane di Liguria e Piemonte.

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Santuario nell’area tra il Monte Castello e il Colle San Pietro Montagnon
Montegrotto Terme, VII – III secolo a.C.
Nell’area dell’Hotel Terme Preistoriche sono stati rinvenuti numerosi materiali riferibili a un luogo di culto, frequentato assiduamente tra la seconda metà del VII e il III secolo a.C. (età del Ferro) e incentrato su uno specchio d’acqua, ora scomparso, alimentato dall’affioramento di polle d’acqua fumante. Qui, per secoli, i devoti offrivano sacrifici a una divinità delle acque termali, e deponevano sulle sponde ex voto in miniatura, quali vasi di ceramica e statuette di bronzo raffiguranti per lo più cavalieri e cavalli.
Alcuni ritrovamenti attestano che l’area era frequentata anche tra la tarda età del Rame e l’inizio del Bronzo Antico (XXV- XXI secolo a.C.) e l’età del Bronzo Medio (XV – XIV secolo a.C.), senza che se ne possa definire la funzione.

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Santuario presso il Colle Monteortone e monastero della Madonna della Salute
Abano Terme, 50 a.C. – I secolo d.C. e XV secolo d.C.
Poco distante dal Colle Monteortone furono individuati i resti di un santuario, attivo tra la seconda metà del I secolo a.C. e il I secolo d.C. e legato alle acque termali. Nella stessa area sorse nel XV secolo d.C. un monastero dedicato alla Madonna della Salute.

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Statuina di bronzo dal Monte Rua
Torreglia, V – II secolo a. C. (età del Ferro)
Nel 1882, lungo i versanti del Monte Rua, si rinvenne una statuina in bronzo, integra, alta 6,4 cm. Rappresenta una figura femminile, nuda, in posizione rigida. Lineamenti e attributi sessuali sono resi sommariamente, le braccia, aperte come in un’invocazione o una preghiera, sono limitate a due brevi appendici. La nudità femminile, estremamente rara nella piccola bronzistica protostorica veneta, suggerisce la possibilità che sul colle si svolgessero riti legati al passaggio all’età adulta o più in generale culti legati alla fertilità.
Si ignorano però sia il contesto di rinvenimento sia l’eventuale presenza di altri reperti ad essa associati. La statuina potrebbe quindi essere anche il frutto di un atto devozionale isolato.

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Strumenti di selce da località Mondonego
Arquà Petrarca, 120.000-36.000 anni fa (Paleolitico Medio), 20.000 – 10.000 anni fa (Paleolitico Superiore) e VI millennio a.C. (Neolitico Antico)
Dalla località “Mondonego” provengono i più antichi manufatti ad oggi noti sul versante orientale dei Colli Euganei.
Alcuni strumenti di selce risalgono al periodo 120.000 – 36.000 anni fa (Paleolitico Medio).
Particolare rilievo ha uno strumento in selce della fine del Paleolitico Superiore, che coincise, tra 20.000 e 10.000 anni fa, col concludersi delle glaciazioni.
Numerosi anche gli strumenti di selce del VI millennio a.C. (Neolitico Antico); indizio, con i contesti di V – IV millennio a.C. (Neolitico Medio e Tardo) della vicina Galzignano, della diffusa presenza dell’uomo in queste pianure durante i primi due millenni di storia dell’agricoltura.

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Vassoio in bronzo
Battaglia Terme, forse nell’ambito del V secolo a.C. (età del Ferro)
Dal territorio comunale di Battaglia Terme proviene, a quanto ad oggi noto, un unico reperto di epoca pre-protostorica: un vassoio in lamina di bronzo ascrivibile alla piena età del Ferro, con ogni probabilità al V secolo a. C. Appartiene ad una tipologia di oggetti molto rara, attestata esclusivamente nella bassa pianura padovana e veneziana; secondo l’ipotesi più accreditata questi vassoi venivano utilizzati come presentatoi per le offerte nel corso di particolari cerimonie religiose.

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Villa di via San Mauro
Montegrotto Terme, I secolo a.C. – II secolo d.C.
All’interno di una proprietà privata sono conservati i resti di una lussuosa villa, costruita nel I secolo d.C. e frequentata fino al II – III secolo d.C. Della villa, scavata a più riprese nel corso del XX secolo, fanno parte diversi ambienti pavimentati con mosaici di tessere bianche e nere a formare un disegno geometrico.

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Villa rustica in località Turri
Montegrotto Terme, I secolo a.C. – II secolo d.C.
In un’area demaniale si trovano i resti di un’abitazione privata di campagna (”villa rustica”) costruita nella seconda metà del I secolo a.C. e progressivamente ampliata fino al II secolo d.C. Ne fanno parte ambienti residenziali e ambienti dedicati alla lavorazione e allo stoccaggio di prodotti alimentari.

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Villaggi nei fondi Terralunga e Fosson
Galzignano Terme, IV – III millennio a.C. (tardo Neolitico – età del Rame) e XIV – XII secolo a.C. (età del Bronzo Recente)
Nel 1908, scavi condotti nella valle tra Galzignano e il Monte delle Valli portarono alla luce i resti di due abitati ben distinti per cronologia.
ll Fondo Terralunga, sulla base dei pochi reperti noti – perlopiù armi in selce – sembra aver ospitato un abitato databile tra la fine del Neolitico e l’età del Rame (IV – III millennio a. C.).
I materiali rinvenuti nel vicino fondo Fosson, invece, si datano genericamente nell’ambito dell’età del Bronzo Medio-Recente. La presenza di un’ansa “a cilindro-retto”, senza poter far escludere una frequentazione risalente all’età del Bronzo Medio, indica però come sicura una fase abitativa di XIV – XII secolo a. C. (età del Bronzo Recente).
Nel corso degli scavi non vennero riconosciute strutture.

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Villaggi presso il Monte Orbieso
Galzignano Terme, metà del XIV – fine del XII secolo a.C. (età del Bronzo) e VIII – VII secolo a.C. (età del Ferro)
Il monte Orbieso fu sede di villaggi in due momenti storici distinti: tra XIV e XII secolo a.C. (età del Bronzo Recente) un abitato protostorico d’altura (l’unico noto nel comparto orientale dei Colli) ne sfruttava sia le potenzialità economiche che quelle fisiografiche; ad VIII e VII secolo a.C. (età del Ferro) va riferita invece una più ridotta rioccupazione del colle, dovuta a puri fattori strategici e politico-militari. Dal Monte Orbieso era infatti possibile controllare efficacemente uno dei valichi più agevoli per il transito dal lato orientale dei colli, storicamente di pertinenza patavina, a quello occidentale, di pertinenza atestina.

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Villaggio in località Le Contarine
Arquà Petrarca, II millennio a.C. (età del Bronzo) e X – IX secolo a.C. (età del Ferro)
Nelle basse valli umide scavate durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra per l’estrazione della torba, emersero tracce di un villaggio e di frammenti di oggetti inquadrabili nel II millennio a.C. (età del Bronzo) e tra X e IX secolo a.C. (età del Ferro).

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Villaggio su palafitta presso il Laghetto della Costa
Arquà Petrarca, 2.200 a.C. circa (età del Bronzo Antico) – XIII secolo a.C. (età del Bronzo Recente)
Sulle sponde del laghetto posto alle falde meridionali del Monte Calbarina, sorse intorno al 2.200 a.C. (età del Bronzo Antico) un importante villaggio. Non si trattava però di una palafitta vera e propria, con capanne costruite su impalcati lignei retti da pali infissi sul fondo del lago; bensì, tipologia frequente nelle aree umide e spondali, su una bonifica di fascine e tavoloni orizzontali, atti a consolidare e rialzare il terreno paludoso.
Il villaggio del laghetto della Costa è stato inserito nella lista delle palafitte divenute patrimonio dell’UNESCO nel corso del 2011.

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